La processionaria è un parassita appartenente alla famiglia dei lepidotteri che colpisce molte specie vegetali e che si nutre delle loro foglie, portandoli di conseguenza all’essiccamento progressivo durante i mesi estivi.
Combattere questo lepidottero è possibile, e nei paragrafi che seguono cercheremo di indicare le principali strategie per debellarlo dalle principali specie arboree.Prima di tutto è bene rimuovere gli eventuali nidi una volta riconosciuti, al fine di evitare la loro prolificazione. Tale operazione è bene effettuarla d’inverno, quando le larve stanno riparate all’interno del nido.
Attenzione però al contatto coi peli della larva, che sono urticanti; perciò occorre vestirsi e proteggersi in modo adeguato.
Qualora vi siano nidi su porzioni molto vaste, conviene contrastare la processionaria con bacilli e batteri in grado di eliminarla. Uno di questi è il Bacillus Thuringiensis Kurstaki, il quale paralizza la larva e non nuoce in alcun modo alla salute delle piante.
Questo batterio si diffonde con lo spargimento aereo o meccanizzato, tramite l’impiego di appositi irroratori.Vi sono poi disponibili in commercio apposite trappole ad azione limitante, che si basano sui feromoni di sintesi rilasciati dalla femmina di processionaria, che servono ad attirare il maschio e imprigionarlo, evitando così l’accoppiamento e la diffusione dei lepidotteri.
Per le trappole ai feromoni è bene sfruttare il mese di giugno, e anche in questo caso i feromoni non nuocciono né all’uomo né alla pianta.Oltre a quelle ai feromoni, esistono poi alcune tipologie di trappole meccaniche, che sfruttano il fatto che la larva di processionaria si muove in una direzione ben precisa lungo il tronco degli alberi.
Una volta posizionata la trappola nel senso di marcia, la larva viene invischiata da una sostanza collosa, che ne impedisce il movimento.
Una soluzione anche in questo caso per nulla lesiva della salute dell’ambiente e dell’uomo.Qualora l’intaccamento nella pianta da parte della processionaria fosse massivo, si può adottare infine l’iniezione nel sistema linfatico di sostanze fitosanitarie, le quali vengono diffuse fino alla chioma in modo autonomo dalla stessa pianta.
Questa soluzione viene definita endoterapia, proprio per il fatto che la sostanza fungicida viene iniettata nel sistema vascolare del vegetale.